Sicurezza e formazione tecnologica, i fattori chiave per il futuro dello shipping


Nello shipping e nella logistica portuale, entrambi caratterizzati da un elevato livello di complessità e imprevedibilità, i fattori umani rivestono sempre più un ruolo centrale per il funzionamento dell’intero Sistema. Più che in altri settori, le persone al lavoro devono essere preparate, garantite nella loro salute e sicurezza, assistite in caso di problemi, soddisfatte nella retribuzione e nelle prospettive di crescita personale.

Nuovi parametri per la formazione del personale nel cluster marittimo e logistico, safety, riduzione dei rischi sul lavoro a quelli sanitari, cambiamenti in corso nei profili del lavoro marittimo e portuale, welfare, certificazione delle skills, internazionalizzazione e l’impatto sui fattori umani: questi i focus del convegno “Human Factors” nella giornata di apertura della XV edizione di Port&Shipping Tech, mercoledì 11 ottobre a Palazzo San Giorgio a Genova, moderato da Roberta Busatto, Editrice e Direttrice responsabile Economia del Mare.

Francesco Maresca, assessore al Porto, Mare e Pesca del Comune di Genova ha evidenziato come il lavoro nei porti stia cambiando: le skill richieste oggi non siano solo tecniche ma anche psicologiche e attitudinali.

Sulla sicurezza si è concentrato l’intervento di Roberto Bunicci, presidente di Fedepiloti che afferma: “Abbiamo attivato un processo di analisi del rischio identificando ben 25 cause di incidenti, dalla mancanza di lavoro di squadra alla scarsa comunicazione e pianificazione tra comandante e pilota. Bisogna considerare che la manovra è la prima emergenza di bordo”. Fedepiloti ha sviluppato una guida per le cosiddette azioni di mitigazione del rischio: il pilota non può permettersi distrazioni perché le conseguenze sono terribili.

La formazione resta un aspetto strategico nello sviluppo del settore. Pioniere della formazione marittima in Italia, Rosario Trapanese, fondatore e direttore di Imat- Italian Maritime Academy Technologies di Castel Volturno, ha evidenziato l’impatto dell’innovazione tecnologica sulla qualità del personale sulle navi. Nato nel 1770, l’Istituto della penisola sorrentina ha attraversato la storia marittima del Paese formando capitani di macchina e di coperta. Oggi, con circa 700 alunni, ha aggiornato ulteriormente la sua offerta, al servizio di un territorio che per storia e vocazione rappresenta uno dei maggiori bacini lavorativi per l’industria dello shipping. “Noi abbiamo dai 50 ai 70 corsi settimanali su 154 paesi, arrivano giovani da tutto il mondo, con una media di 500 allievi al giorno e centinaia di ufficiali donne, vera eccellenza. La “fuga di cervelli” riguarda anche il settore marittimo dove “all’estero e i nostri ragazzi hanno anche paghe da 24 a 32 mila dollari al mese. Il mercato nazionale perde risorse a scapito di quello internazionale”, ha concluso Trapanese. “Stiamo realizzando una nuova sede, pronta nel 2024, che sarà il più grande centro per la simulazione e la logistica in Europa, con due nuovi sistemi in scala reale, con un ponte di comando di 27 metri, con l’obiettivo di creare la situazione di bordo”.

Giovanni Consoli, dirigente Politica Marittima di Assarmatori Shipowners Association, ha evidenziato che sono “circa tremila le persone che potrebbero trovare immediatamente lavoro sulle navi, occorre dunque rivedere le politiche del lavoro partendo dalla creazione di un sistema di welfare per i marittimi”.


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