Inchiesta Porto di Genova, si autosospende il Presidente di Confindustria Nautica Cecchi


“In relazione alle indagini in corso, al di là della misura cautelare e dei suoi effetti, fino a quando non sarà fatta chiarezza il Presidente Saverio Cecchi, con lo spirito di servizio che ha contraddistinto l’ultra quarantennale attività a favore della filiera, ha ritenuto di autosospendersi dall’incarico.

Le attività dell’Associazione e del Salone Nautico Internazionale di Genova proseguono senza interruzione alcuna, sotto la guida del Consiglio di Presidenza di Confindustria Nautica e del Consiglio di Amministrazione della Società I Saloni Nautici srl” si legge in una nota inviata da Confindustria Nautica. L’inchiesta ha travolto il Porto di Genova, con l’arresto ai domiciliari del Presidente della Regione Liguria,Giovanni Toti, accusato di corruzione per l’esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d’ufficio, e di altre nove persone raggiunte da misure cautelari. Fra i nomi eccellenti, Paolo Emilio Signorini, ex presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, accusato di corruzione per l’esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d’ufficio, per il quale è stata disposta la misura restrittiva più severa, quella della custodia cautelare in carcere; l’imprenditore Aldo Spinelli, agli arresti domiciliari, accusato di corruzione nei confronti di Paolo Emilio Signorini e del presidente della Regione Liguria; Roberto Spinelli, figlio di Aldo, accusato di corruzione nei confronti del Presidente della Regione Liguria;  l’imprenditore portuale Mauro Vianello, accusato di corruzione nei confronti di Paolo Emilio Signorini, a cui è stata applicata la sola misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale e professionale; Francesco Moncada, consigliere di amministrazione di Esselunga, è accusato di corruzione nei confronti del Presidente della Regione Liguria, anche lui  raggiunto dalla misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale e professionale; Matteo Cozzani,  Capo di gabinetto del presidente della Regione Liguria finito agli arresti domiciliari per corruzione elettorale, , con l’aggravante mafiosa di aver agito in favore di Cosa Nostra, a vantaggio del clan Cammarata del ‘mandamento’ di Riesi (Caltanissetta); Arturo Angelo Testa e Italo Maurizio Testa,  accusati di corruzione elettorale, aggravata dal fine di aver agevolato Cosa Nostra, entrambi sottoposti all’obbligo di dimora nel Comune di Boltiere (Bergamo) e. infine, Venanzio Maurici, ex sindacalista della Cgil in pensione, è accusato di corruzione elettorale, aggravata dal fine di aver agevolato Cosa Nostra, in particolare il clan Cammarata di Riesi con proiezione


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