Africa e Cina sotto i riflettori, la crisi geopolitica del commercio internazionale all’8^ edizione di Shipping, Forwarding&Logistics meet Industry


Il camaleontico scenario geopolitico, con il Mediterraneo Allargato e in particolare la crisi del mar Rosso tra i due choke point dello stretto di Suez e quello di Bab-el-Mandeb, ha aperto la prima giornata dell’8^ edizione di Shipping, Forwarding&Logistics meet Industry, (#SFLmI24), promosso da ALSEA e dall’International Propeller Clubs Port of Milan, in programma il a Milano presso il Centro Congressi di Assolombarda

Ma il Mar Rosso è solo l’ultimo di una catena di eventi che stanno mettendo in crisi la logistica, come ha evidenziato Marco Conforti, presidente di PSA Italy. Secondo Conforti, già da tempo sono in atto delle trasformazioni del settore: ad esempio il RoRo registra tassi crescita del 50% superiori ai contenitori. Occorre dunque una pianificazione pubblica e amministrazioni che tengano conto di queste tendenze in cui non è necessario ampliare la capacità dei terminal contenitori.

Per Massimo Deandreis, direttore generale di SRM il Mediterraneo resterà comunque centrale in un sistema globale in cui tre Nafta, Ue e l’Asia resteranno i tre grandi poli. 

Dopo i saluti istituzionali degli organizzatori Umberto Masucci, Presidente dell’ International Propeller Clubs, Betty Schiavoni, Vicepresidente di ALSEA e Riccardo Fuochi, Presidente dell’International Propeller Clubs Port of Milan, il primo blocco di interventi è proseguito con lo speech di Piero Pellizzari  comandante del Porto di Genova, in rappresentanza di Nicola Carlone, comandante generale delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera, ha ripercorso tutti i fattori che influenzano il settore marittimo sia dal punto di vista geopolitico che ambientale,  in cui auspica in particolare che i porti diventino hub energetici in grado di rispondere alle esigenze legate ai nuovi sistemi di propulsione.

Con i problemi collegati al transito attraverso il canale di Suez le merci girano diversamente e Giuseppe Mele, direttore generale di ha evidenziato come stia aumentando il traffico sulle Alpi. Tra il 1980 e il 2022 si è passati da 49,8 a 118,5 milioni di tonnellate.  Mele sottolinea anche diverse criticità: la mancanza di un’armonizzazione di regole e politiche di transito tra i vari Paesi (Italia, Francia Svizzera e Austria); la dotazione infrastrutturale dei valichi non è adeguata e sono previste diverse limitazioni sia stradali sia ferroviarie; manca una programmazione e gestione integrata dei cantieri. 

Proprio sulle catene di fornitura, tra nuova globalizzazione e autonomia strategica si è concentrata l’economista Cristina Pensa del Centro Studi di Confindustria che ha definito il backshoring come una strategia né concreta né auspicabile per l’Italia vista la carenza di materie prime.

Marco Grassidonio, Country Head di Garbe, azienda tedesca specializzata nell’Industrail Real Estate, ha fornito uno sguardo sul reshoring e il nearshoring che evidenziano nuovi trend: la Cina è stata prima scelta per delocalizzare, oggi si è sviluppata un’attenzione per il Sud Est asiatico e l’interesse verso il nearshoring si è impennato negli ultimi anni. Sempre da una ricerca di Garbe emerge che il Nord Italia potrebbe beneficiare parecchio del near shoring.

La mattinata dei lavori è poi proseguita con un focus sull’Africa e sulla Cina. Emanuele Oddi, analista e ricercatore di Eurispes ha evidenziato il buon andamento dell’economia africana in un contesto che comunque rimane complesso ed eterogeneo con tensioni politiche e militari in paesi come il Rwanda, la Repubblica Democratica del Congo, il Niger e il Senegal che è in pieno processo elettorale in un clima di contestazione. Alcuni Stati sono a rischio default, senza dimenticare inoltre le crisi climatiche e i disastri naturali.

Mauro Battocchi, direttore generale per la Promozione del Sistema Paese del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ha evidenziato la relazione tra Italia e il Nord Africa in cui deve coesistere un forte legame logistico e infrastrutturale.  Ad esempio il nostro Paese è il primo partner economico della Tunisia.

Si è poi passati a parlare delle relazioni bilaterali Italia-Cina dopo l’uscita dalla Via della Seta con Alessandro Zadro, responsabile del Centro studi dell’Italy China Council Foundation che ha sottolineato la complessità del tema poiché l’Italia era stato l’unico Paese del G7 a firmare il memorandum of understanding. Zadro ha evidenziato come esista uno squilibrio nello stock degli investimenti tra risorse impegnate dall’Italia in Cina (15,5 miliardi) e viceversa (circa 2,3). Tuttavia l’Italia rimane la prima destinazione dei turisti cinesi in Europa.

Anche quest’anno l’evento ha ospitato, in anteprima, la presentazione della 6^ edizione della Survey di Contship SRM sui “corridoi logistici” del settore container. Lo Studio è stato condotto attraverso l’analisi dei risultati di interviste a 400 imprese manifatturiere sulle modalità di gestione e organizzazione della loro logistica portuale, sull’intermodalità, sugli incoterms e sui loro progetti di sostenibilità e di digitalizzazione. Dallo studio si conferma un dato preoccupante: nel 2023 in export il 75% delle imprese ha optato, per l’ex works (franco fabbrica), cioè la cessione al compratore della merce dell’intero processo di trasporto, dalla fabbrica al de stino.

A chiudere i lavori il confronto sulla logistica dell’import e, in particolare, delle supply chain di materie prime e semilavorati per l’industria, moderata dal direttore editoriale della Fiaccola, Giuseppe Guizzardi.

Paolo Cornetto, Ceo di FHP Holding portuale, ha spiegato la decisione di puntare sulle rinfuse. FHP (F2i Holding Portuale), è presente a Carrara, Livorno Venezia e Monfalcone. «Siamo il quarto operatore di rinfuse sul territorio nazionale e l’unico italiano. Il settore sposta volumi quasi equivalenti ai container ed è strategico, perché alimenta segmenti economici pari al 25% del nostro Pil – ha detto Guizzardi  – inoltre è molto frammentato: le prime 15 compagnie al mondo non arrivano al 20% del mercato, contro l’87% del settore container. Si può fare molto, a patto di migliorare l’efficienza e avere infrastrutture adeguate».

Massimo Marciani, presidente del Freight Leaders Council, ha riflettuto sulla logistica dell’acciaio in tempo di crisi. «Siamo un’economia di trasformazione che in entrata ha problemi di approvvigionamento e in uscita non guadagna, visti i dati sull’ex-works – ha commentato Marciani – la crisi del Mar Rosso vede la metallurgia al secondo posto tra i settori dell’export più colpiti e lo considero anche un fattore di sicurezza nazionale».

Shipping, Forwarding&Logistics meet Industry è l’evento annuale rivolto agli stakeholder del sistema logistico, portuale e produttivo italiano. Un dibattito aperto sulle novità e sullo sviluppo dei diversi settori industriali in relazione ai continui mutamenti del contesto geopolitico domestico e internazionale. L’appuntamento, giunto alla VIII edizione, è organizzato da Clickutility Team in collaborazione con Studio Comelli – Conferences&Communication, e promosso da ALSEA e The International Propeller Club, Port of Milan.

Partecipazione gratuita, aggiornamenti su www.shippingmeetsindustry.it

(#SFLmI24


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