“Un’ennesima inaccettabile morte sul lavoro. Occorre mantenere la guardia alta e rafforzare il sistema di controlli e misure di sicurezza nell’ambito delle delicate e complesse attività nei porti, luoghi in cui possono crearsi situazioni potenzialmente rischiose per la salute e la sicurezza degli operatori”. E’ quanto dichiara Claudia Camedda, Segretaria Generale Fit-Cisl Sardegna, in merito all’incidente al Porto Canale di Cagliari, in cui ha perso la vita un lavoratore 50enne morto schiacciato fra due rimorchi. “In attesa che si faccia chiarezza sulla dinamica di quanto accaduto manifestiamo il nostro cordoglio e ci stringiamo al dolore della famiglia del portuale che ha perso la vita e a tutti i suoi colleghi ai quali esprimiamo tutta la nostra vicinanza e solidarietà”. “Il ripetersi di queste tragedie è preoccupante e inaccettabile – afferma la segretaria generale della Fit sarda – e i buoni propositi non bastano più. Non ci stancheremo mai di ribadire che la sicurezza sul lavoro non è uno slogan ma è un diritto da tutelare in modo costante attraverso azioni concrete, investimenti e potenziamento delle misure già esistenti, coinvolgendo i lavoratori attraverso la Stop Work Authority, senza temere l’attribuzione di colpa o sanzioni disciplinari”. “Sulla base di queste urgenze, chiediamo un incontro all’AdSP Mar di Sardegna, al fine di avviare con il sindacato un confronto fattivo e sollecitare le iniziative necessarie per garantire la sicurezza del lavoro portuale” conclude Camedda.
Uiltrasporti: Un’altra inaccettabile morte sul lavoro. Mettere in sicurezza porti
“Questo tragico avvenimento rende ancora una volta evidente la necessità di interventi per mettere in sicurezza i porti”. Così il Segretario Generale Claudio Tarlazzi e il Segretario Nazionale Giuliano Galluccio della Uiltrasporti in merito all’incidente avvenuto questa mattina nel porto di Cagliari dove ha perso la vita un operaio di 50 anni. “Siamo partecipi al dolore della famiglia della vittima e ci siamo vicini a tutti i lavoratori del Porto degli Cagliari, con i quali abbiamo proclamato 72 ore di sciopero contro questa ennesima e inaccettabile morte, avvenuta a meno di un mese di distanza dall’incidente avvenuto a Bari e che dimostra le falle di una rete di sicurezza all’interno dei nostri porti che va migliorata. A questo si aggiunge la necessità di interventi mirati all’aggiornamento continuo delle professionalità e al ricambio generazionale dei lavoratori, interventi attuabili solo attraverso lo sblocco dei decreti attuativi del fondo per l’accompagni all’esodo e attraverso il riconoscimento del lavoro usurante a questa categoria di lavoro”. “Occorre un fermo intervento – proseguono Tarlazzi e Galluccio – che sblocchi il corto circuito istituzionale che ferma l’attivazione del fondo e un’azione volta a rilanciare i sistemi di presidio e di prevenzione sulla sicurezza in porto. Non possiamo più tollerare questa strage”.
Photo Credit: Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sardegna